Testo e Video Tutelare diritto alla felicità dai rischi del gioco d’azzardo. Signor Presidente, abbiamo già avuto modo, in una prima lettura alla Camera, di occuparci di questa proposta di legge che prevede, appunto, la delega al Governo per la revisione fiscale e relative procedure. Stavo parlando con un mio collega relativamente al principio stabilito dagli articoli 3 e 53 della Costituzione in quanto è possibile delegare e adottare, attraverso decreti legislativi, questo tipo di attività. In particolare, vorrei soffermarmi sull’articolo 14 perché, sia ben chiaro, presenta una contraddizione irriducibile per il cittadino italiano. Con questo articolo 14 di fatto si dà delega al Governo di – cito le loro stesse parole – armonizzare tutto il sistema legato agli aggi e ai tributi in materia di gioco d’azzardo.
Ebbene, io e molti nostri colleghi abbiamo avuto modo di vedere questo sistema, in particolare alcune leggi che sono qui ben citate e che verranno praticamente riordinate. Infatti, in questo momento si è creata una situazione in cui la terza impresa dello Stato, il settore del gioco d’azzardo, trae praticamente un gettito erariale del 10 per cento (sono ancora dati del 2012, non ho a disposizione quelli del 2013) rispetto a un raccolto di 88,6 miliardi di euro. Questo significa che di fatto trae circa 9 miliardi di euro. Questa contraddizione irriducibile di cui parlavo prima è perché, attraverso tutta una serie di decreti direttoriali dell’AAMS, quindi sotto totale controllo del Ministero dell’economia e delle finanze, e attraverso diverse modifiche fatte nel tempo, abbiamo avuto modo di vedere come poi sia stato possibile legare la pubblicità a un sistema di incentivazione dell’offerta. Qualsiasi cittadino italiano, perché ha avuto un familiare o perché lui stesso è stato coinvolto in una situazione di compulsione di comportamenti legata veramente a uno svuotamento dei risparmi della sua famiglia, ha avuto modo di vedere questa situazione.
Noi pensiamo chiaramente a questo tipo di regolamentazione, cioè quanto il settore debba essere tassato, perché la stessa tassazione sul settore è un modo per gestire e regolamentare il settore stesso. Faccio un esempio, che è poco conosciuto, se non attraverso le nostre denunce: a fronte di un’interrogazione parlamentare in Commissione finanze presentata dal deputato Causi, la risposta del Governo era che i casinò online e il poker online venivano tassati al 20 per cento. Ebbene, io dico che questa risposta del Governo è una risposta manipolatoria, come ce ne sono tante e come ce sono state tante perché, per un raccolto del 2012 di 14 miliardi di euro, attraverso tutto un sistema di ingegneria finanziaria, noi abbiamo dei dati inequivocabili – e sfido chiunque a poterli controbattere – che questo settore ha prodotto una tassazione dello 0,6 per cento. Infatti, c’è tutto un gioco sul payout, sulla restituzione del giocatore; ci sono delle attività di aggressione nei confronti di mercati considerati non saturi che devono essere saturati da parte dei concessionari e che, quindi, tengono un payout altissimo a fronte di un mancato gettito, di un mancato guadagno di questi concessionari nel breve periodo, ma di una fidelizzazione importantissima con carte di credito, e-mail, nomi e cognomi di questi concessionari che operano nel settore del poker online e dei casinò online.
Quindi, abbiamo un gettito per lo Stato dello 0,6 per cento, di un raccolto legale di 14 miliardi, con una normativa che parla di un payout, di un restituito al giocatore del 90 per cento, quando, di fatto, sono gli stessi concessionari che, siccome stanno aggredendo il mercato, tengono una restituzione del gioco ben superiore al 90 per cento.
Quindi, noi stiamo parlando di una materia che è legata ad un enorme conflitto d’interessi, e non parlo di quei pochi spicci che in maniera legale, ogni tanto, troviamo da parte dei concessionari del gioco che vengono praticamente versati a fondazioni legate a partiti politici o agli stessi partiti politici. Noi stiamo parlando di opere di ingegneria finanziaria di colletti bianchi che lavorano a livello europeo, per cui ogni volta si fa riferimento alla legge europea, che è una legge che, tendenzialmente, parte da un presupposto di liberalizzazione e non parte da un presupposto di responsabilità comune, perché ritorniamo a questo conflitto irriducibile. Noi, dal nostro punto di vista, quello che vogliamo tutelare è anche un diritto alla felicità, è anche un diritto ad una normalità, non è questo gioco culturale in cui ti fanno sentire le monetine, ti fanno capire che puoi vincere facile: perché il prodotto culturale – al nostro neopresidente Renzi dovrebbe interessare – che esce fuori da tutto il discorso legato la pubblicità sul gioco d’azzardo, è di fatto un prodotto culturale veramente povero.
Quindi, noi abbiamo una città come Roma, in cui tutto chiude tranne le sale VLT e le sale AVP. Le sale AVP sono le sale per leslot machine. Il settore delle VLT è un settore in cui si inseriscono le banconote, non le monetine; ha un ciclo di restituzione altissimo ed è passato al 5 per cento. Per quale ragione ? Perché è un settore in crescita. Con riferimento al settore come quello delle AVP, che è un settore che, invece, sta decrescendo, troviamo che il Governo è disposto da diverso tempo ad aumentare la tassazione; ma non si parla di aumentare la tassazione di un settore in crescita. Quindi, questo, a casa mia, si chiama imbrogliare il cittadino. E fino a quando non si occuperanno delle persone che si occupano del bene comune o della salute mentale collettiva delle persone, che possibilmente, magari, non hanno profili legati a questo tipo di attività o che non hanno attorno a sé tutta una serie di conflitti d’interesse, allora, forse, ci potremmo calmare.
Fino a quel momento, poiché troviamo all’interno della delega fiscale questioni che ancora non sono state minimamente prese in considerazione come la deflazione agevolata rispetto al contenzioso in materia di giochi pubblici. Stiamo parlando della famosa multa dei 98 miliardi di euro, che è stata prima deflazionata una prima volta, poi, deflazionata una seconda volta. Ancora abbiamo l’intenzione di deflazionare ? Abbiamo delle persone che sono state condannate dalla Corte dei conti – tale Tagliaferri, ancora dirigente dell’Amministrazione autonoma dei monopoli dello Stato – per omesso controllo nella multa dei 98 miliardi, e gli è stato riconosciuto il dolo. Una prima multa è stata di circa – se non sbaglio – 4 milioni e mezzo di euro e con la deflazione è scesa a 2 milioni e mezzo di euro.
Io veramente non ho parole nel vedere che, ancora una volta, il Governo si blinda attraverso un articolo all’interno della delega fiscale per non permettere alle Aule parlamentari di parlare e di portare alla luce, alla luce vera, all’attenzione dei cittadini tutti quei settori che sono statiPag. 84tassati e la filiera le conseguenze che hanno sulla cittadinanza italiana: il fatto che ci sono diversi esponenti di questa proposta di legge che vogliono continuare a mettere dentro delle scatole cinesi e dei labirinti per creare confusione, per impedire che i parlamentari, che operano anche in funzione di controllo di questi conflitti di interesse, possano avvicinarsi troppo a queste norme, perché devono rimanere fuori dal controllo parlamentare.
Quindi, riguardo l’articolo 14 annuncio sin da ora che noi voteremo contro l’articolo 14 perché è una vera schifezza ! È un tentativo elegante da colletto bianco, come il gesto che fece il collega Capezzone l’ultima volta che abbiamo parlato di articolo 14. Rimettere, quindi, nelle mani dello Stato ciò che il controllo dello Stato non ha e che spesso invece parla di illecito e parla di una filiera puzzolente di denaro pubblico.
Tutto questo deve rimanere alla luce del sole per Tutelare diritto alla felicità dai rischi del gioco d’azzardo
Massimo Enrico Baroni Cittadino 5 Stelle alla Camera dei Deputati