Immersa nello spettacolare paesaggio montano del Parco dei Monti simbruini, a Cineto Romano, giace isolata e semisconosciuta una casa di cura: “Gli Annali“.
La trovi solo se sei un appassionato di trekking o un addetto ai lavori di assistenza sanitaria e ci domandiamo come la trovino i pazienti.
Noi, l’abbiamo scoperta a causa dei legami che ha con la ben più nota Clinica “Colle Cesarano“.
Le magagne sono le stesse, e di fatto sembrano uno schema:
- Dichiarare lo stato di crisi durante l’accreditamento provvisorio;
- mettere in cassa integrazione i dipendenti;
- Licenziare i dipendenti non appena ottenuto l’accreditamento definitivo.
L’unica differenza è che questa struttura pesa sui conti della Regione per “soli” 1 Milione e 800 mila euro annui (2 Milioni nel 2013) contro gli oltre 8 milioni della “sorella maggiore”, la Colle Cesarano.
Le similitudini comunque superano le differenze a cominciare dalla proprietà.
La nostra isolata clinica è infatti amministrata dall’Ing. Massimo Forti. Ricordate? Il “Gatto” socio della “Volpe” Manfredino Genova con il quale condivide l’amministrazione della Colle Cesarano.
La condivisione prosegue nello strano assetto che lega a livello amministrativo le due strutture.
Secondo i bilanci de “gli Annali Srl” la “Colle Cesarano Srl” è una collegata, nei bilanci della “Colle Cesarano Srl” invece, “gli Annali Srl” è una “controllante”.
Differenze da poco verrebbe da dire. Beh… fino ad un certo punto.
A voler essere pignoli l’Art. 2359 del Codice Civile ci informa che:
[…] i criteri per individuare le società controllate e collegate; tale distinzione è di fondamentale importanza perché in presenza di questi rapporti saranno applicabili le norme relative alla sottoscrizione ed acquisto reciproco di azioni o quote. […].
Come una briciola lasciata nel bosco per trovare la strada di casa, ci lasciamo questa osservazione alle spalle per tornarci più tardi. Il noioso articolo di legge è la chiave di volta di un ragionamento più ampio, quasi uno spunto investigativo…
Nel frattempo soffermiamoci sulle similitudini fra le due strutture, su quello che dicevamo sembrare uno schema.
Seguendo le briciole lungo il sentiero delle similitudini troviamo che entrambe le strutture hanno
- dichiarato la crisi aziendale, durante il periodo di accreditamento provvisorio, sostenendo che la Regione avesse tagliato i fondi destinati e che i capitolati normativi di accreditamento fossero costosi;
- strumentalizzato l’interpretazione della normativa regionale;
- aperto, quasi contemporaneamente, 5 procedure di licenziamento collettivo;
- tenuto in cassa integrazione, durante gli anni di accreditamento provvisorio, circa un terzo del personale;
- licenziato circa un terzo del personale dipendente, dopo l’accreditamento definitivo;
- dirottato i fondi, in alcuni casi, in società controllate o collegate;
- ottenuto una dichiarazione di conformità dalla ASL RMG, in maniera illeggittima;
- goduto del silenzio di Zingaretti sulle denunce degli Operatori Sanitari e dal solito funzionario regionale.
Otto briciole verso la casa di Marzapane…
Peccato che nelle favole italiane, non ci siano né gnomi né folletti. Le nostre favole sono brutali. Non hanno quasi mai un lieto fine. Le fiabe italiane raccontavano della fame e della miseria, dei soprusi e dell’arroganza dei potenti. Erano un modo per insegnare ai figli la vita, un manuale di sopravvivenza, letteralmente.
Gli otto punti sopra elencati ci svelano quanto reale e violenta sia la strega che altri non è se non il volto arrogante del potere inteso come sopruso.
Il danno alla collettività è enorme.
Esso include il licenziamento di 19 persone, che sommate alle 28 di Colle Cesarano fanno 47… famiglie. Una magia, 19 + 28 = circa 150
facendo una media di tre persone a famiglia.
Gli anni del purgatorio della cassa integrazione, da novembre 2011 a dicembre 2013, indebitamente invocata, è denaro pagato da tutti noi attraverso l’INPS.
Questo il danno, la beffa consiste nella “superficialità” dei controlli, che verrebbe da definire colpevole e collusa negligenza:
Prima fra tutti la modalità con cui è stata dichiarata la situazione di “Crisi Aziendale”, condizione necessaria per accedere alla richiesta degli ammortizzatori sociali. E’ un capolavoro, quasi una magia, l’apice della tensione della favola:
L’ASL Roma G, certifica la presenza in organico del personale che serve per ottenere il “bollino” dell’accreditamento definitivo e, immediatamente dopo, la Proprietà licenzia lo stesso personale, dichiarato nella pianta organica, sostenendo che deve adeguarsi alla normativa che è servita per ottenere l’accreditamento!
La ciliegina sulla torta è il modo in cui sono interpretate le norme per l’accreditamento definitivo, cioé la rispondenza alla dizione normativa circa “l’attestazione dei requisiti minimi”!
“Requisiti minimi”… a “Gli Annali” ne hanno applicato una versione personale. Si saranno chiesti: “…quanto possono essere minini questi requisiti?” Verrebbe da urlare: Quanto minimi li volete? Quante “poche” persone servono per garantire 114 posti letto in Residenza Sanitaria Assistita (RSA)?
La parola “requisiti minimi” non può essere intrepretata, non si può scendere al di sotto del minino stabilito e, soprattutto, non ci si può lamentare presso la regione che il minimo richiesto sia troppo, meno che mai DOPO aver ottenuto l’accreditamento definitivo in base alla rispondenza a quei requisiti.
Com’è possibile che i sindacati prima e la Regione poi, abbiano avallato quello che sembra un’enorme partita di giro di soldi pubblici? E l’INPS? Anche per loro tutto a posto? Neanche un controllino della documentazione presentata?
Manco un’occhiata ai bilanci?
Quelli che cambiano da un anno all’altro nei conti de “gli Annali”. Cioé: se chiudi il 2013 alla cifra “X”, quando la riporti nel 2014, non puoi scrivere “Y”.
Lo fanno per davvero, basta leggerli ‘sti benedetti bilanci. Sono depositati presso la Camera di Commercio, sono documenti pubblici.
E’ una norma contabile… si ripete la storia dei “requisiti minimi”, a “gli Annali” sono dei giocherelloni…
Come si dice in latino che stanno “a giocà”? Cum ludere?
Chi dovrebbe controllare, la Regione Lazio e i sindacati? Che fanno? Giocano pure loro?
Colludono?
Di altrettanta levatura la magia contabile / societaria che lega gli Annali alla Colle Cesarano:
Gli Annali è una casa di cura la cui proprietà è equamente suddivisa fra i 2 fratelli e la sorella Forti al 33,3% cadauno.
Una clinica a conduzione familiare…
Massimo Forti amministra in toto questa struttura e al 50%, con Manfredino Genova, la Colle Cesarano.
Tra le due società sussiste un viavai di denaro e partecipazioni nel capitale che non sembrerebbe sottostare a nessuna normativa.
A leggere i bilanci scopri che la “Colle Cesarano” ha prestato UN MILIONE e DUECENTOMILA EURO a “Gli Annali”, nel 2014, quando a causa della propria “crisi aziendale” licenziava i dipendenti.
Nei bilanci de “Gli Annali” lo stesso milione e duecentomila euro non è considerato un debito, ma un aumento di partecipazione in imprese collegate.
Cioé, tu mi presti i soldi con i quali io ti compro…
Gioco? magia? O…
Truffa?
Nel dubbio meglio interrogarsi.